Eccomi qua’, vivo e vegeto, reduce da una esperienza veramente emozionante.
Il risultato e’ stato buono, anche se, a palle ferme, penso che avrei potuto fare meglio… comunque il riassunto e’ questo: siamo (io e il mio collega) alle 7 e qualche minuto dalla griglia verde (cicloturisti) all’altezza del ponte del Gatto, e abbiamo tagliato il tanto agognato traguardo alle 14, dopo un totale di 133 km percorsi in 6h e 58′, con un tempo effettivo di pedalata di 6h. La grande quantita’ di partecipanti non ha causato grossi problemi alla partenza, infatti sono montato in sella praticamente subito, e poi via alla volta di Bertinoro, dove cominciano le salite; il nostro obiettivo era quello di aggregarci ad un gruppo in modo da arrivare alle salite in fretta e senza faticare troppo, ma i gruppetti che si formavano man mano non andavano abbastanza veloce, e cosi’ siamo saltati da un gruppetto all’altro alla velocita’ di 34/35 km/h fino a Pievesistina, dove abbiamo trovato il gruppone, formato da iscritti alle altre griglie, e siamo cosi’ arrivati ai piedi di Bertinoro. Fatta la prima salitella che porta in paese, ecco il primo intoppo dovuto al numero di persone: tutti a piedi e bici alla mano (e vi assicuro che camminare con gli scarpini da corsa e’ una vera goduria…) fino alla fine dello strappetto piu’ duro. Dopo abbiamo percorso un altro po’ di strada in bici, poi le prime due salite di Polenta (14 e 16%) le abbiamo dovute fare a piedi per lo stesso motivo di prima. La discesa a Fratta Terme e poi il falsopiano fino a Meldola e’ passato tranquillamente senza troppo casino.
Abbiamo poi imboccato la strada che porta alla salita di Pieve di Rivoschio, alla base della quale ci siamo fermati per il ristoro dei liquidi, con un po’ di confusione per la presenza di molti altri partecipanti. Abbiamo cosi’ iniziato la salita di Pieve, una di quelle che piu’ mi piacciono sia per il tipo di salita (a tornanti, piuttosto lineare) che per il panorama, con un pezzetto di discesa stesa sul costone della collina, veramente molto bello. Annotazione: si cominciava a sentire caldo…
Arrivati in cima a Pieve siamo scesi, dopo un’altra piccola sosta di cibo, a S.Romano, con una discesa pericolosa al 18%, poi a destra per Linaro e per affrontare la salita di Ciola, bella ma una brutta bestia: parte a tornanti piuttosto ripidi fino a scollinare e calare un po’, ti da l’idea che sia finita, poi ecco tre fottuti strappi che ti segano le gambe. Annotazione: comincio a sentire l’arrivo dei crampi alla gamba sx… Passati i tre strappi comincia un discesa piuttosto ripida e impegnativa a causa delle cattive condizioni del manto stradale, che fa saltellare la bici e impedisce una corretta frenata, per cui arriviamo a Mercato Saraceno con le mani e gli avambracci doloranti per le sollecitazioni. A Mercato ci fermiamo per un’altra pausa di riflessione prima di aggredire la bestia nera della gara, il famoso Barbotto. Questa e’ una salita non molto lunga, solo 5,5 km, ma con pendenze che nel punto piu’ ripido (gli ultimi 600 mt) arrivano fino al 18%, e comunque anche nei tratti precedenti non scherza, e se sei un po’ provato di spacca a meta’. Annotazione: dopo il primo strappetto sono arrivati ufficialmente i crampi, e per par condicio a tutte e due le gambe, cosi’, tanto per rompere i coglioni. Comincio cosi’ la salita cercando di andare agile, ma poi mi rendo conto di dover buttare su la tripla; a circa 800 mt dalla fine della salita mi devo fermare a far riposare le gambe per uno o due minuti, durante i quali aiuto anche uno che si era fermato ma non riusciva a ripartire, dopodiche’ riparto, per fermarmi dopo circa 400 mt: qui’ fino all’anno scorso c’era un bel tornante, ora l’hanno spianato e cosi’ ci si trova di fronte ad un bel muro, quindi un altro minutino di pausa e poi finalmente raggiungo Loris che mi aspetta ad qualche(?) minuto in cima. Prendo fiato, inveisco contro il mondo, mando un SMS a Michela per dirle che sono ancora vivo, progetto di mettere un annuncio sul FO per vendere la bici e poi ripartiamo. Ora comincia il pezzo piu’ difficile della gara, soprattutto dal punto di vista psicologico: il fatto di aver terminato le salite induce ad un rilassamento, ma chi non ha mai fatto la gara, oppure non conosce queste strade non si rende conto che ci sono ancora una quarantina di km da percorrere, con almeno due tratti al 10%, e quando ti ci trovi contro la cosa ti spiazza (e ti spiezza pure) non poco.
Io questa cosa la so, e parto di conseguenza con una andatura agile e quanto piu’ sostenuta possibile, ma ad ogni minima salita i crampi si fanno sentire, e cosi’ mi tocca rallentare. Da Sogliano a casa non c’e’ niente di rilevante, purtruppo non c’e’ nessun gruppo al quale attaccarsi (a parte un paio di quelli che hanno fatto la 200 km, e sinceramente vanno troppo veloce), e cosi’ ci tocca tornare a casa da soli, cercando di tenere almeno i 28/30 km/h per non tardare troppo. Ah, dimenticavo: alla fine ci si mette anche il vento, che da laterale passa a frontale, e blocca la volata finale all’arrivo.
Mi spiace non aver visto la Franci e la Michela al traguardo, ma andavo a testa bassa perche’ non vedevo l’ora di scendere di sella, ma comunque Michela mi ha detto che la Franci applaudiva tutti quelli che passavano, quindi penso di esserci finito in mezzo anche io… questa bambina e’ veramente uno spasso!
In conclusione, e’ stata una bella esperienza, intensa sia dal punto di vista fisico che psicologico, e il risultato non eccelso non puo’ essere che uno stimolo a migliorare, e realizzare un piazzamento migliore all’edizione del prossimo anno! Non appena saranno online le classifiche e/o le foto postero’ anche quelle.
Stay tuned
Massimiliano