Senza troppo clamore, domenica 1 aprile (no, non è uno scherzo postdatato) è incominciata la mia stagione di gare ciclistiche. Nella piacevole cornice del lungomare di Cervia ho partecipato, assieme agli altri ragazzi della “Riviera Azzurra”, alla edizione annuale della cosiddetta “Via del sale”, la GranFondo Selle Italia. La gara prevede tre percorsi di lunghezza differente: uno corto da 70km, uno medio da 100km (il nostro) e uno lungo da 150km.
I percorsi si affiancano da Cervia fino a Bertinoro, passando per Pisignano e S.Maria Nuova, poi il corto abbandona scendendo fino a Fratta Terme, per risalire nuovamente a Bertinoro e rientrare alla base. Il medio e il lungo proseguono assieme fino a Borello, attraversando Tessello, S.Mamante e S.Carlo. Da Borello quelli che percorrono il giro lungo proseguono fino a Bivio Montegelli, risalgono S.Maria Riopetra, si arrampicano fino al Passo Delle Croci per poi tuffarsi a Mercato Saraceno per la mitica (salita) discesa del Barbotto. Da Mercato scalano Ciola, per scendere poi a Linaro e ritornare a Borello, dove ci eravamo lasciati. A Borello non ci aspetta niente di buono: davanti a noi c’è la lunga salita di Monte Cavallo, GPM per la mediofondo, circa 9km con un paio di strappi a 14 e 15%. Dopo essersi rifocillati al ristoro in cima al GPM, si scende velocemente (occhio al ghiaino nelle curve!) a Meldola e subito dopo a Fratta, proseguendo quindi con il ritorno a casa, percorrendo il medesimo percorso della corta. E questo è quanto circa al percorso,e volendo riassumere, le salite significative fatte dalla mediofondo sono queste: Panighina(Bertinoro), 12%; Polenta(Bertinoro), 14 e 15%; Monte Cavallo (Borello): 14 e 15%. Ma ci tengo a sottolineare che è opportuno non tralasciare i 30km circa che separano Cervia da Bertinoro, soprattutto al ritorno, e soprattutto se si è da soli…
Ma veniamo alla gara vera e propria.
Il prepartenza è stato piuttosto lungo, circa un’ora, dalle 7 alle 8, al freddo del lungomare di Cervia, in trepidante attesa del via, trepidante sia per scaricare l’adrenalina che per scaldarsi un pò…
Dopo il via siamo letteralmente schizzati a Bertinoro, trovandoci nel giro di tre o quattro chilometri con il computer di bordo che segnava 40 kmh: potenza del gruppo! Arrivati dunque a Bertinoro in un tempo da record (almeno per i miei standard), abbiamo scalato i rapporti per affrontare le prime salite. Salite che sinceramente non ho nemmeno sentito, vuoi per l’adrenalina, vuoi per un anno di allenamento. L’unico neo è stato il breve tratto fatto a piedi causa ingorgo, neanche fossimo alla NoveColli! Arrivati quindi in cima a Bertinoro, purtroppo ci siamo accordi di aver perso “Gigi la Pida”, un membro del gruppo che ha deciso di percorrere la corta. Tutto procede nel migliore dei modi, e ci sfilano sotto le ruote le salite di Tessello, la discesa a S.Mamante e il falso piano fino a Borello. Qui non c’è quasi tempo di reagire, e i primi tornanti di Monte Cavallo ti si attaccano alle gomme senza pietà. Il grido di “io salgo col mio passo” è quasi all’unisono, e come al solito io rimango indietro, ma nessun problema, d’altra parte se questo è il mio passo c’è poco da fare… Raggiungo un gruppetto di modenesi un po’ spaesati, e salgo con loro chiacchierando (ansimando) del tempo, di bici e di quel maledetto profumo di peperonata che usciva da una casa; ringraziando il signor Shimano per avermi fornito il cambio anteriore con la tripla, raggiungo gli altri (Mattias, Tiberio, Loris e la Lella) al ristoro, e così ci rifocilliamo un po’ assieme.
Il gruppo riparte compatto, patendo parecchio freddo nella ripida discesa e nel corto saliscendi fino a Meldola e Fratta Terme, dove veniamo simpaticamente raggiunti da una nuvoletta che decide di stemperare i nostri ardori con qualche goccia di pioggia.
E qui mi sono fregato, e stando a quello che mi hanno raccontato dopo, non ero il solo.
Come spiegavo prima durante la descrizione del percorso, da Fratta il giro risale con qualche strappetto fino a Bertinoro, niente di invalicabile, ma evidentemente sufficiente per disturbare un paio di gambe piuttosto fredde e stanche, ed ecco che fanno il loro ingresso i Crampi. Grido agli altri il mio disappunto (questa traducetela come meglio credete), ma non mi sentono e tirano dritto! Il mio disappunto comincia a girare a mille, ma per evitare di cadere devo fermarmi, e cercare di calmare i muscoli delle coscie, entrambe due. Dopo qualche minuto di pausa riparto, cercando di guadagnare più strada possibile, ma non riesco a reggere il ritmo di prima, e quindi proseguo un po’ più piano; risalgo a Bertinoro, e mi rendo conto che le speranze di ritornare a Cervia con il gruppo sono vane: non li vedo da nessuna parte, nemmeno in lontananza, e cerco di soffocare la stanchezza e l’arrabbiatura nel panino col miele che ci aveva preparato la Lella. Ora mi aspettano, come dicevo più su, quei famosi 30km di strada piatta e ventosa che non sono da tralasciare nel caso uno debba farseli al ritorno e da solo… oops, ma è il mio caso! Ed è proprio questo il tratto di strada che mi ha reso più orgoglioso: sono riuscito a percorrerlo, nonostante i crampi, la stanchezza e il vento non proprio a favore, da solo e ai 30 all’ora, stringendo i denti e spingendo sui pedali come un dannato, alla faccia di quei birichini che non mi hanno aspettato. E comunque senza rancore verso gli altri, tanto più che alla fine mi hanno staccato di solo cinque/dieci minuti, loro sono venuti giù in gruppo, e ai 37/38 kmh…
Alla fine di tutto il Traguardo, e un caloroso abbraccio con il gruppo, ansiosi di condividere le proprie personali sensazioni. Veramente bello.
Ma non tutto è rose e fiori, e alcune cose veramente non mi sono piaciute, soprattutto per quanto riguarda l’organizzazione della manifestazione, e sinceramente 35€ mi sono sembrate parecchie per il servizio che hanno dato.
Come al solito verrete prontamente aggiornati non appena reperirò le classifiche e le foto, e chiudo con una piccola anticipazione circa i prossimi eventi ai quali parteciperò assieme al gruppo:
06/05/2007 Giro di Romagna (Lugo), 20/05/2007 Novecolli(Cesenatico).
Spero di avervi trasmesso anche solo una piccola parte delle emozioni che ho provato durante la gara, e ringrazio ancora una volta gli amici che mi hanno fatto scoprire questo bellissimo sport.
Alla prox