La mia storia nei confronti di questo libro è un pò travagliata.
Ce l’ho nella lista dei libri da leggere da parecchio tempo, in effetti l’avevo cominciato diverso tempo addietro, ma la storia, a grandi linee quella un uomo rimasto molto scottato dalla fine di un rapporto, mi faceva ripiombare nella realtà, e non cascavo certo in piedi.
Ora i tempi sono (un pò) più maturi, e ho deciso di riprenderlo in mano.
Il protagonista del romanzo è Bruno Savini, autista di scuolabus di un paesino in provincia di Bologna, con un passato incompiuto da artista, e profondamente legato alla sua storia sentimentale, terminata da un anno, con Serena, una ragazza più giovane di lui.
Profondamente segnato da delusioni varie e dalla morte della sorella, con problemi mentali, si appoggia ad alcuni ragazzini che ogni giorno trasporta a scuola, condividendo i loro piccoli e grandi drammi. Ma la presenza di Serena nella sua testa è troppo forte, lo costringe a vivere di ricordi, fino a che questa presenza diventa una folle ossessione, che porta Bruno, Serena e alcuni piccoli amici ad un tragico epilogo.
Chi mi conosce troverà di sicuro certe assonanze con la mia storia più recente, e capirà appieno il motivo dell’abbandono iniziale del libro… La storia è sincera e spontanea, ambientata in un mondo “reale”, al quale sono vicino non solo geograficamente, e non c’è bisogno di ricorrere ad altro che la semplice realtà per esprimere i disagi e i drammi dei protagonisti.
Voto finale: 8,5/10
Alla prox
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