Allora, da qualche giorno ho questo dolore, cominciato sordo e diventato via via più forte, in basso, tra fine della pancia e il pube, e che si infila un po’ anche verso l’attaccatura della gamba sinistra. In collaborazione con l’ospedale di Cesenatico sto cercando di capirne la causa, ma nel frattempo lui è lì, e si fa sentire, più o meno con vigore. E niente, tra una smorfia e l’altra riflettevo sul dolore, sulla mia percezione del dolore, quello fisico direi, ma forse anche quello psicologico, boh. Penso di non essere troppo lamentevole, quando non sto bene, ma d’altra parte, allontanando un attimo le mani dalla tastiera, di solito non mi ammalo, e quindi non so se ho dei dati statistici abbastanza solidi; cerco di darlo poco a vedere, di contenere le espressioni, a meno che l’esternazione del male non sia utile al ridimensionamento dello stesso – aka urletto di sfogo. La riflessione mi ha portato a questa domanda: ma se ci fosse una dose di dolore giornaliera o settimanale, alla fine riuscirei a gestirlo con più serenità? Un po’ come succede agli apicoltori, che alla lunga diventano immuni al veleno delle api? Sarebbe meglio un po’ di dolore a dosaggio programmato oppure una botta grossa quando è il momento? Ora stacco, che a stare seduto sul divano mi fa male.