L’uomo osserva il suo villaggio, soddisfatto della giornata, il corpo pesantemente aggrappato al bastone simbolo del suo ruolo, del suo potere. Lui è lo stregone, l’uomo della medicina, ha il compito di salvaguardare il villaggio e chi vi abita, e svolge questo compito con il massimo dell’impegno. Le giornate sono faticose, come quella che sta volgendo al termine, ma il senso di soddisfazione che prova nel guarire qualcuno o nel predire qualcosa di positivo lenisce ogni sofferenza. E così si sente ora, soddisfatto, sulla collinetta che sovrasta il villaggio, di spalle al grande fiume e al sole che lentamente tramonta. Appoggiato al bastone, chiude gli occhi e si lascia andare agli altri sensi. Segue la goccia di sudore che comincia a scendergli lungo la schiena, che dalla scapola si avvicina alla spina dorsale prendendo velocità. Sente lo scorrere delle acque alla sua destra, poco più in la, e una leggera brezza porta alle sue narici il salmastro del mare, lontano, alla foce del grande fiume. Un movimento quasi involontario porta la sua lingua sulle labbra, e sente il gusto salato del sudore misto a quello più acre della polvere, depositata su tutto in attesa della stagione delle piogge. Improvvisamente le sensazioni si attenuano in favore dell’udito: un rumore basso, come una vibrazione, entra nel suo campo uditivo distraendolo da tutto il resto. E’ un rumore strano, che cresce, si avvicina, che lo lascia perplesso, perché gli sembra di non averlo mai sentito ma in cuor suo sa di conoscerlo. Il villaggio sparisce dalla sua vista, si dissolve, lasciando il posto ad un campo dissodato, a case coloniche, a filari di alberi da frutto. Il sostegno al suo corpo rimane, solo che non è un bastone nodoso ma un liscio manico di vanga. Solo le sensazioni rimangono, il sudore, la polvere, il corpo stanco; e quel rumore, che oramai l’ha raggiunto e sorpassato, prodotto da un’automobile, lascia posto al rumore del fiume che scorre oltre il terrapieno. Con la manica della camicia sdrucita si asciuga la fronte e riprende a liberare il campo dalle pietre più grosse e a sognare il Senegal, la sua terra.
[racconto ispirato a questo]