“Fa molto vent’anni”


Il commento è di P., uno dei due amici con il quale passerò un paio di giorni questo weekend. In effetti, a vent’anni accadeva abbastanza di frequente che ci si trovasse a casa di qualche fortunato che aveva disponibile una abitazione nei paraggi di Bologna: birra, vino, musica, cose così, ma in sicurezza, che se ti andava male ruzzolavi in un fosso a fianco della strada sterrata. Di quel commento mi ha colpito il tono nostalgico, inserito nel contesto del discorso che si stava facendo; vabbè, discorso, uno scambio di battute sulla chat di Skype [che proprio non sopporto, GTalk è n-mila volte meglio]. Magari ho frainteso, però il tono che ho sentito era quello. Nel caso, il mio punto di vista è diverso: non ho il rimpianto dei vent’anni che non ci sono più, e le cose che facevo, e la discoteca, e il fare tardi. C’è un momento per ogni cosa, penso, e se come in questo caso mi ritrovo in situazioni per così dire “passate”, cerco di viverle al meglio nel contesto attuale, senza stare a rivangare e a rosicare. Poi magari ho sbagliato a interpretare le sue parole e mi faccio seghe mentali per niente, eh. Magari stasera glielo chiedo dal vivo, faccia a faccia.