[Nuova categoria. Non ho il Kindle per condividere in automatico frasi che ritengo interessanti dei libri che leggo, indi li metto qui].
Ogni opera minore ha un autore segreto e ogni autore segreto è, per definizione, uno scrittore di capolavori. Chi ha scritto quell’opera minore? Apparentemente uno scrittore minore. La moglie del povero scrittore lo può testimoniare, l’ha visto seduto, chino sulle pagine in bianco, che si contorceva passando la penna sulla carta. Sembra una testimonianza inoppugnabile. Ma quello che ha visto è solo l’esterno. Il guscio della letteratura. Un’apparenza. […]. In realtà a scrivere quell’opera minore è uno scrittore segreto che accetta soltanto i dettami di un capolavoro.
Il nostro buon artigiano scrive. E’ assorto in quello che va plasmando bene o male sulla carta. La moglie, senza che lui lo sappia, lo osserva. In effetti, è lui che scrive. Se però la moglie avesse una vista a raggi X si renderebbe conto che non assiste propriamente ad un esercizio di creazione letteraria ma piuttosto ad una seduta di ipnotismo. Dentro l’uomo seduto a scrivere non c’è nulla. Nulla che sia lui, voglio dire. Quanto farebbe meglio quel pover’uomo a dedicarsi alla lettura. La lettura è piacere e gioia di essere vivo o tristezza di essere vivo e soprattutto è conoscenza e domande. La scrittura, invece, di solito è vuoto. Nelle viscere dell’uomo che scrive non c’è nulla. Nulla, voglio dire, che sua moglie, in un momento dato, possa riconoscere. Scrive sotto dettatura. Il suo romanzo o la sua raccolta di poesie, decenti, più o meno decenti, nascono non per un esercizio di stile o di volontà, come pensa quel povero disgraziato, ma grazie ad un esercizio di occultamento.
[La parte di Arcimboldi – 2666 – R-Bolaño]
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