In quest’ultimo periodo cerco di contrastare l’insonnia con i miei comfort movies, cioè quei film che per un motivo qualsiasi mi rilassano, che ho visto millemila volte e che quindi se fortunatamente mi riesco a riaddormentare durante la visione non c’è problema. Cadono in questa categoria: qualche horror, French Kiss, e i film di supereroi e robottoni. Ultimamente i più gettonati sono i vari episodi della serie X-Men: dentro ci trovo l’azione, gli effetti speciali e lo stupore, ogni volta, di poter vedere nel piccolo schermo i personaggi che da piccolo potevo solo sfogliare su carta. E questo mi piace un casino. Non mi riesce facile ricordare quale supereroe volessi essere, da piccolo: forse uno dei Fantastici 4, oppure Superman, o forse nessuno in particolare, mi piaceva l’idea e basta. Allora, l’altra notte riflettevo su questa cosa, su quale supereroe vorrei essere oggi, e non so, a guardarli con gli occhi di un adulto ci vedo vite complicate, infanzie difficili, drammi personali, dolori, cose così. Credo che la sintesi perfetta del supereroe, vista con i miei occhi, stia nel dialogo tra Rogue e Wolverine, dove lei gli chiede “Quando vengono fuori, ti fa male?” e lui risponde “Tutte le volte”. Troppo fatica, rinuncio ai superpoteri, mi sa.