Contro il vetro


L’uomo sale sul bus, nervoso e a disagio. Cerca sempre di evitare i luoghi affollati, in cui potrebbe trovarsi a stretto contatto con la gente. Oggi però non gli è stato possibile, la macchina fermata dal provvedimento antismog, la bici idem, ma a causa del maltempo. Non le odia, le persone, però sa che più sono, più rischia di stare male. Un dono, qualcuno l’ha chiamato; «Certo, come no» risponde sempre lui, «prova a conviverci. Ogni santo giorno.». Lui percepisce le emozioni degli altri. Ma non solo le percepisce, arriva a condividerle suo malgrado. E il contatto fisico con qualcuno gliene proietta in testa il pensiero; è uno stress che spesso non è in grado di gestire. E dunque è sul bus. Si accorge che la gente lo osserva a causa del suo aspetto: bianco da sembrare malato, un lungo impermeabile, i guanti per limitare i contatti accidentali. E lui, suo malgrado, comincia a sentire, e viene attraversato da ondate emotive improvvise che gli fanno stringere gli occhi fino ad una fessura, come di fronte a lampi di luce, un inutile gesto istintivo di difesa. Ansia, rabbia, un ragazzo preoccupato per il proprio andamento scolastico, una donna anziana pensa rassegnata al momento, vicino, nel quale raggiungerà il marito deceduto da anni, e apatia, invidia, tutto questo gli entra nella testa man mano che avanza alla ricerca di un posto libero. All’improvviso, in questo mare di negatività, un’isola di tranquillità. Cerca di individuare la persona, la fonte, ma inutilmente; poi, nascosto da due ragazzi, appare un posto libero, vicino al vetro, e si accorge che le ondate di sensazioni positive arrivano proprio da lì. Raggiunge il seggiolino, si siede, e chiude gli occhi gustandosi il forte residuo di calma e bei pensieri lasciato lì da chissà chi. Percepisce amore, desiderio, voglia di scoprire e ripartire, di una vita nuova. Sul volto gli si forma un sorriso compiaciuto, e continuando a tenere gli occhi chiusi si sfila un guanto, appoggia la mano nuda al vetro, dove probabilmente c’era appoggiata la testa della persona, come per poter assorbire il più possibile quelle sensazioni.