[Ciao Diletta, ti copEHM prendo spunto dal tuo post :)]
Per capire quante cose si apprendono, quanto vadano in contraddizione con altre già assimilate, e quanto lo stupore sia prassi, più che eccezione.
È una riflessione interessante, soprattutto la parte relativa alle cose che vanno in contraddizione. Ecco le cosa è saltato fuori ripensando ai giorni passati.
- 0] Le mie foto, sono molto soddisfatto delle mie foto. E sono molto contento che piacciano anche ad altri. Potrebbe sembrare una banalità, e invece credo di no. Quelle che pubblico (che escano da Instagram o dalla reflex è indifferente, sono solo due mezzi) corrispondono a quello che intendevo fissare con lo scatto. Probabilmente ne pubblico meno rispetto a quanto facevo in passato, direi che l’occhio critico s’è affinato, è diventato più esigente. Il sogno nel cassetto? Fare un lavoro inerente alla fotografia.
- 1] Il senso di stare in apnea, che ha preso il posto della mancanza (o forse era così anche prima, solo che gli davo il nome sbagliato). L’apnea è peggio della mancanza, secondo me, perché se stai troppo senza aria poi muori. Ho adattato cuore e testa al miglior ritmo che questo momento può permettere, ma è un equilibrio non troppo stabile, e mi sono reso conto che ogni minima interruzione del suddetto ritmo, né più né meno, mi fa sbroccare. Soprattutto quando le interruzioni sono causate da fattori esterni, contro i quali non si può fare nulla. E dunque il leitmotiv è: controllare gli sbrocchi, stringere i denti, godersi le bolle d’aria che interrompono l’apnea, aspettare i momenti giusti.