Prima però ti spiego come è fatta casa mia. Entri, davanti hai il soggiorno, rettangolare, i lati lunghi a destra e sinistra, di fronte il tavolo da pranzo, parallelo al lato corto. Nel lato sinistro, quando entri, c’è un mobiletto basso con sopra la tele poi il tavolo, nel lato destro c’è il divano, con la penisola all’altezza del tavolo. Oltre c’è la cucina, sulla sinistra, ad angolo, e sulla destra il frigo e la colonna forno. Oltre la cucina c’è un terrazzino piccolo, chiuso, e poi il fiume. E quando dico il fiume intendo dire che se il fiume si gonfia molto (non stasera, tranquilla mamma, finché si muovono le canne va tutto bene) (uhm) e io metto il braccio fuori dalla finestra, in basso, mi bagno la mano fino al polso. Ma torniamo alla cucina, ché io non so come cazzo l’hanno montata, ma sono abbastanza certo che al tubo che porta fuori, nel muro sul fiume, i gas provenienti dalla cappa manchi un pezzo. In soldoni, ho il controsoffitto “a contatto” con l’esterno. Allora prima ho finito di guardare “Lucy” (amici che scrivete di cinema, lo avete detto di che spettacolo di film è “Lucy”?), e mi sono ritrovato in silenzio, in casa. E mi è quasi preso un colpo, ché quella connessione interno/esterno mi fa sentire lo sciabordìo del fiume – stasera corre come un matto – come se stasera ce lo avessi qui, sotto al divano. Una figata.