SBAM è il rumore che fa la sportellata emotiva quando ti arriva in faccia. Che tu possa aspettartela o meno, che sia positiva o negativa, questa quando arriva ti lascia il segno. Ieri sera ero a Carpi ad ascoltare la millemillesima lettura di Schegge di Liberazione, in una edizione speciale però, e cioè la presenza del Coro delle Mondine di Novi. Me l’aspettavo, che fosse una cosa tanta, ma non così tanta. Per la prima volta, non sono riuscito a fare foto, tanto mi tremavano le braccia. Davvero, eh, mica per scherzo. Ho dovuto metterla via, la macchina fotografica, ché tanto venivano tutte mosse. Le letture dei brani, nonostante li abbia oramai sentiti e risentiti, mi emozionano sempre; e in più, vedere e sentire cantare dal vivo quelle signore che avevo avuto modo solo di ascoltare nei vecchi dischi dei Ramblers. La somma delle due cose è stato lo SBAM di cui sopra. E insomma, è stata una cosa veramente bella. Alla fine ho atteso che i ragazzi scendessero dal palco, e li ho abbracciati forte uno per uno, un piccolo grazie per tutte le emozioni trasmesse. Bravi.
Categoria: life
Acqua, fredda
È quella che più mi piace, per fare il bagno in mare. Quella che c’è a maggio, oppure quella di un luglio qualsiasi, dopo diversi giorni di brutto tempo. Mi piace entrarci, in acqua, fino alle cosce, e se è il primo bagno mi ci tuffo dentro di testa, godendo lo SBAM dovuto alla differenza di temperatura. Se invece il primo bagno l’ho già fatto, allora arrivo alle cosce e proseguo, pian piano, passo dopo passo, centimetro dopo centimetro, seguendo i brividi che risalgono verso il collo e mandano via il calore accumulato stando al sole. Oggi l’acqua è perfetta, e ora ho del calore da smaltire.
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Il Regalo di compleanno
Ti lascio con il mio regalo di compleanno. Ieri ho pensato che avrei avuto voglia di scriverlo a te.
“Ieri ho fatto un giro in bici. Su per San Mamolo e ia di Roncrio fino a quando la salita di Monte Donato non mi toglie il fiato. La città era deserta, il cielo era azzurrissimo, le nuvole bianchissime, il sole mi baciava e io contraccambiavo con gioia nonostante fosse fine luglio. San Mamolo era silenziosissima e poco prima della baracchina dei gelati un pianoforte suonava e spandeva nell’aria una specie di magia. Ci sono passata attraverso e non ho potuto non girarmi a guardare da quale finestra uscisse la musica, chi suona, chissaperchè. Non è che uno tiene il piano sul balcone… Poco oltre la città lascia spazio ad un paesaggio completamente differente. La strada si stringe, la vegetazione diventa foltissima e piena di rumori di uccellini, cicale, acqua che scorre… e uno scoiattolo marrone, bellissimo piccolo e perfetto, è fermo su di un muretto con una foglia in bocca. Una meraviglia ferma lì sulle zampe posteriori, con le zampette si sta masticando una foglia e mi fissa. Sì mi fissa. Io ipnotizzata mi fermo lentamente, mi avvicino. Nella mia testa continuo a ripetere… non te ne andare… non te ne andare… Ma dal suo punto di vista non deve essere stato un incontro altrettanto eccezionale perché dopo qualche secondo mi ha sventolato il suo codone davanti ed è scomparso fra le fronde.”
Baci,
FedeIl Regalo di compleanno, bello e inaspettato. Grazie, Fede, un bacio a te.
Mah
Esterno giorno, un tavolino di un bar che da su una piazzetta alberata, un caffè doppio, un pacchetto di sigarette e un accendino rosso, sopra.
“Ciao, aspetti qualcuno?”
“No, perché?”
“Vuoi compagnia?”
“Sei gentile, ma no, grazie”
“Sicuro sicuro?”
“Si, davvero”
“Ok. Uhm, sei etero?”
“Si”
“Ah, peccato. Ciao”
“Ciao”Posted from WordPress for Android
Dove il rumore dell’acqua è più forte
Il tavolino più esterno, quello sulla strada, tanto è pedonale. Si, va bene quello, anche se da quattro, lo occupo da solo. No, non aspetto nessuno. Una pinta di Weiss, grazie. No, niente limone, grazie. No, non mi da fastidio il rumore della chiusa, anzi, meglio così, copre tutto il resto.
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A prescindere dal posto, ti prende da dentro
Ognuno ha la sua cosa, la mia è l’acqua. Anche se subito non la vedi, la percepisci, senti che c’è, lì, qualche parte. E quando la trovi, che sia il mare, un fiume, o un canale, quando la trovi non puoi far altro che appoggiarti qualche minuto al parapetto, e guardarla muoversi.
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E’ come svegliarsi in campeggio a settembre
Stamattina piove. Mi sono svegliato con il rumore delle gocce nelle orecchie, l’odore di terra bagnata nel naso e quel fresco sulla pelle che verso le 6 ti fa cercare, ancora mezzo addormentato, il lenzuolo che si trova stropicciato ai piedi del letto. Ho subito associato queste sensazioni ad un bel viaggio settembrino in tenda di n-mila anni fa. Anche la successiva doccia, il godimento di quel primo getto bollente che scalda la pelle infreddolita, e la corsa all’accappatoio alla fine, per disperdere il meno possibile il calore residuo. Ora mi piacerebbe proseguire come quella volta, con una colazione sul tavolo in giardino e poi una visita alle bellezze croate; ma chiaramente non è possibile, allora cerco qualcosa di simile a quell’accappatoio, che non lasci disperdere queste belle sensazioni.
Un piatto, crepato
“Prima o poi, vedrai, si spacca”
“Lo so”
“E perché non lo butti?”
“Perché ci sono affezionato”
“Ma è un piatto!”
“La sai la sua storia?”
“No, sentiamo, dai”
“Si è crepato la prima sera che sono venuto qui. Ho messo la tovaglietta sul tavolo, poi le posate e il bicchiere, e poi il piatto. L’ho appoggiato normalmente, come tutti i piatti della mia vita, e lui, crac, crepato.”
“E quindi?”
“Aspetta. Dicevo, l’ho appoggiato, ho sentito il rumore, poi l’ho guardato e ho visto che non era rotto, ma solo crepato. Allora gli ho detto “Fratello, siamo in due” ”
“Ok. Ma ora perché non buttarlo?”
“Onestamente, credo debba tenerlo ancora per un po’”