Categoria: life

  • Ma come funzionava, prima?

    Giorno #5 senza carta Bancomat causa malfunzionamento del card reader di uno sportello, che si è amorevolmente trattenuto la mia tesserina. Se tutto va bene dovrei arrivare al massimo al giorno #7, altrimenti, le bestemmie, si slitta automaticamente ai giorni #13/#14. Ma una volta, quando il bancomat non c’era oppure non era così diffuso, come si faceva? Si pianificavano le spese settimanalmente o mensilmente? Mi da sempre un po’ di fastidio accorgermi di quanto dipendo da una tecnologia, anche perché me ne accorgo quando me la sfilano in malo modo da sotto, senza averlo deciso prima. Attendo.

  • Remember remember the 25th of November

    Ecco, ricordatelo, non fare come me che me stavo dimenticando. Sono cose, queste, che una giornata di lavoro intenso non deve comunque far passare in secondo piano. Oggi è la Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne, mi metto da parte e segnalo un paio di post scritti da donne a favore delle donne, i due che in qualche modo mi hanno colpito di più, Niki e Laura.

    Say no to violence.

  • Stasera, Schegge, XM24

    Stasera il tour di Schegge di Liberazione fa scalo a Bologna, all’XM24. Io ci vado, leggo anche, avevo pensato ad una cosa e invece ne ho stampate altre tre ma non ho ancora deciso, ché ho mal di testa e faccio fatica a ragionare. Ci vediamo la?

  • Forse

    Forse dovrei essere più informato sulla politica.
    Forse dovrei essere più informato sull’attualità.
    Forse avrei dovuto vedere il discorso di Fini a Perugia, e la trasmissione “Vieni via con me” sulla RAI.
    Ma niente, mea culpa, non ne avevo voglia.
    Però forse dovrei.

  • Attimi singolari

    Ricordo che quando ero piccolo mi piaceva accorgermi degli attimi singolari, quei momenti in cui, ad esempio, i numeri dell’orologio passavano dalle 23.59 alle 00.00, oppure quando, passando vicino ad un lampione stradale, questo si spegneva. Ieri sera, attraversando Bologna dopo aver preso il mio pezzetto della centoventotto rossa, me ne è accaduto un altro, uno di quelli che ricordo come i più fighi, il passaggio del semaforo da rosso a spento, cioè giallo lampeggiante. Sticazzi, potrebbe ragionevolmente dire qualcuno, ma il pensiero felice di questa cosa mi ha accompagnato fino a casa, e assieme al pensiero felice la riflessione che non mi era più successo da molto tempo. Poi, come un lampo nel buio, la constatazione che nei luoghi in cui giro maggiormente, Bellaria e Cesenatico, non ci sono più semafori. E niente, non ci avevo mai fatto caso.

  • La 128 rossa la parcheggi dove vuoi

    Stasera, ad esempio, puoi trovare posto a Bologna.

    Allo Zammù, come si dice, siamo di casa. Il quattro, giovedì, c’è la centoventotto rossa che si parcheggia per la prima volta bolognese, che è un po’ come la prima volta coi tuoi parenti quando gli devi portare il fidanzato: se scuotono la testa a Casa Malicuvata è finita.
    Ore 21.30, Zammù, via Saragozza 32/A.
    Dato che è una data importante, ho chiamato a raccolta un po’ di amici e oltre ai soliti due amici musici che mi invidiano in Oriente, ci saranno tre lettori con me: uno, due e la terza che sta per diventare un medico e su internet non ci perde mica del tempo.
    Poi il 6 andiamo a Carpi al Meme, ma questa poi ve la dico con calma.

    Io ci vado.

  • Come fermarsi a guardare un incidente

    Sono tornato a prendere il solito tramezzino al bar qua vicino, rimasto chiuso per una settimana in seguito all’omicidio avvenuto all’interno. L’ho trovato vuoto, ho letto il peso di ciò che è successo nelle facce dei titolari, e ho pensato che non fosse il caso di chiedere come stavano, ché si vedeva benissimo. Niente, ho preso il mio tramezzino ai funghi e sono uscito, cordiale come al solito, ma non sono riuscito a trattenere una occhiata al bancone del bar, forse alla ricerca di uno schizzo di sangue, come chi indugia un attimo davanti ad un incidente prima di proseguire. Brutta storia.

  • Cose da fare

    Camminare più spesso a Cesenatico la sera, e portarla a passeggiare sul canale,  e già che siamo li una piada con le sarde e un calice di rosso, grazie.

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  • Andrea Fossati, non è farina del tuo sacco

    Su, riconosci di aver *preso pesantemente spunto* […] da un altro racconto, dai, che il plagio è evidente, eh.

    Dal POST DI SERVIZIO di Teiluj

    Solo per segnalare uno strano caso di plagio occorsomi di recente: esiste un tale di nome Andrea Fossati. Questo tale di nome Andrea Fossati ha una pagina come “scrittore” sul social network del momento, Facebook. In questa pagina, il Fossati, di nome Andrea, pubblica e vende come suo un post di questo blog, un post dunque mio. Il post in questione, dal titolo l’esecuzione, è stato rinominato dal Fossati Andrea “confessioni di una mente malata alle ore 00.13″, come mostra il documento.

    Venuta a conoscenza del malefatto, ho comunicato direttamente sulla suddetta pagina di scrittore del suddetto Andrea Fossati lo spiacevole equivoco, ottenendo in risposta la cancellazione del mio appunto e una limitazione a futuri accessi alla pagina incriminata.

    Peccato. Mi piaceva il suo modo di scrivere così identico al mio.
    Ciao, caro scrittore, Andrea Fossati.

    E, nota a margine, non sta proprio bene cancellare i commenti e bloccare le persone.