Categoria: life

  • Perchè fotografo

    Senza punto interrogativo, il perchè lo conosco bene.
    Questo post prende fortemente spunto dalla sezione con il medesimo nome che si trova nel blog di Lyonora (e trovo la sua spiegazione assolutamente deliziosa).

    Premetto di non avere un background fotografico, nel senso che non ho mai fatto corsi di fotografia, e quello che riesco a tirare fuori dal CCD è frutto sia delle ottime ottiche Nikkor che degli esperimenti fatti con le varie impostazioni della macchina. E questo nel bene e nel male.

    Ho iniziato a fotografare per necessità in un periodaccio della mia vita, dopo essermi reso conto mio malgrado che le cose, se non “fissate” adeguatamente si perdono per sempre, ed è un vero peccato. E da qui l’acquisto della Nikon D40, che conoscevo già, avendocela a casa.

    E niente, as usual da cosa nasce cosa, la necessità si è tramutata in passione, e foto dopo foto ho visto aumenti qualitativi, e ora come ora sono molto soddisfatto dei miei scatti.

    Ora posso persino giustificare qualche acquisto dedicato, come un nuovo obiettivo o il monopiede (ignoro il termine tecnico, ma il commesso di MW mi ha capito benissimo), e niente, la trovo bella, questa cosa.

    Alla prox

    PS: questo post mi piace talmente tanto che l’ho trasformato in pagina.

  • La memoria

    Oggi ricorre il Giorno della Memoria, in ricordo delle vittime dell’Olocausto.

    Mi stavo preparando per scrivere questo post raccogliendo un pò di materiale.
    Sono partito dalla pagina di Wikipedia sulla pulizia etnica; e li mi sono fermato.
    Lo so, avrei dovuto continuare e proseguire verso la Shoah e l’Olocausto vero e proprio, ma il vedere le date relative alle ultime pulizie etniche mi ha messo i brividi.
    E’ il Giorno della Memoria, per non dimenticare, e per rendersi conto che purtroppo c’è chi lo fa.

    Monumento, Berlino

    Foto by luiginter

    Alla prox

  • Sulla proprietà intellettuale

    Nel dettaglio, quella in rete, quella relativa ai contenuti generati dagli utenti, aka UGC (User Generated Content).
    E di come, più o meno volontariamente, venga calpestata, in malafede o per ignoranza.

    Il contenuto può essere il più svariato, foto, musica, video, codice sorgente, testo.
    Ma alla base di tutto c’è la persona che l’ha creato, con la sua passione e il suo ingegno.
    Certo, abbiamo molti tipi di licenze che tutelano la nostra creazione, dalla famosa GPL per il codice sorgente ai vari flavours Creative Commons, ma, a volte, nemmeno questo è sufficiente per proteggerci.
    E allora, occhi aperti, sempre.

    E poi, non c’è solo la questione delle licenze, c’è anche una netiquette, magari non scritta, ma che c’è, ed sarebbe da seguire, imho.
    Tipo il comunicare all’autore di un certo contenuto che la sua opera verrà utilizzata nel tal modo e per il tal motivo.
    Un gesto di cortesia.

    E infine, ultimo ma anche no, l’arroganza di chi pensa di poter fare il bello e il cattivo tempo con le cose che trova su Internet, con la scusa che, appunto, sono su Internet. Magari, attribuendosene pure il merito.

    Da dova mi arriva tutta questa acredine? Dal tristo episodio che ha avuto come partecipanti, da un lato il caro amico Stark, e dall’altro l’ultimo show dell’onorevole attore Barbareschi, tale “Barbareschi Sciock”, e in mezzo, le battute presenti sul blog di Spinoza.it .

    Se non conoscete i dettagli di questa vicenda, qui c’è l’articolo del Corriere.it .

    Ora, Stark non ha certo bisogno del mio supporto per poter gestire l’episodio, ma un pò di tam-tam mediatico non può che giovare alla cosa.

    Alla prox

    [tags]spinoza, barbareschi[/tags]

  • Si.Può.Fare!

    Si.Può.Fare!

    [Nikon D40, 0.02sec (1/50), f/5.6, 55mm]

    E’ l’espressione che le leggo negli occhi, e mi accorgo di quanto cresca in fretta.
    E non è una questione anagrafica, è come si comporta, come parla, le cose che un paio di mesi non faceva e ora fa, tipo quella di arrampicarsi in alto nei giochi al parco.
    Basta una bambina di un paio di anni più grande che faccia da esempio, una serie di movimenti da imitare. La vedo che si sforza, che si fa forza sulle braccia e sulle gambe, vedo che a volte ha paura di cadere, ma va avanti, fino in fondo. E alla fine, mi guarda, “Babbo, ma allora è facile!”. E via, una, due, cinque volte, quel giro che un paio di mesi fa aveva paura a fare, e guardava dal basso.

    Alla prox

  • Dialoghi

    FriendFeed è un posto bellissimo, ci incontri persone interessanti, con le quali intrecciare dialoghi veramente profondi.

    Questo è la mia discussione con la Fran, si è parlato di auto e automobilisti.

    [Fran, lo status] Pensieri di un ateo morente, su una Polo.
    [Io] – ma che pessima immagine.
    [F] – è il riassunto di un messaggio promozionale.
    [I] – di sicuro successo.
    [F] – del resto, il mio istruttore di scuola guida diceva che chi guidava una Golf erano tutti stronzi palloni gonfiati che si dovevano schiantare
    [I] – (dimmi che non hai una Golf) l’ho sempre pensato anche io
    [F] – (no, ho un’alfa)
    [I] – ah.
    [F] – già
    [I] – vabbè, poteva andarti peggio, potevi avere una Golf.

    Filippo ne è rimasto entusiasta, l’ha postato nel suo Tumblr.
    La Fran e io l’abbiamo ribloggato nei nostri, e siamo diventati tutti e tre amici.
    Filippo si è guadagnato un giro di birre.
    E poi dicono che a passare un sabato sera davanti al PC non si combina un cazzo.

    Alla prox

    [tags]friendfeed, tumblr[/tags]

  • New year’s eve (2 di X)

    In treno, ancora, circa a un’ora dalla destinazione finale, tutto bene, ritardo risibile, poca gente, zero casino.
    I Pearl Jam in play dall’inizio, facendo zapping tra i vari album. Il tentativo di riposarmi non è andato a buon fine, ma non mi preoccupo e mi godo il viaggio.
    Wired è durato qualche pagina, molto interessante, i notebook è già in standby, io guardo fuori dal finestrino e penso.
    Non sono abituato ad essere portato in giro, di solito sono io quello che guida, e i miei amici sanno quanto rompo le balle per questa cosa. Però devo ammettere che così non è male, non mi devo concentrare sulla strada e posso lasciar correre i pensieri.
    Il Viaggio (la v uppercase non è casuale) mi ha sempre affascinato, l’ho sempre considerato parte integrante delle ferie, per dire, come quello che nel 2000 mi ha portato a Capo Nord. È una veloce incursione attraverso posti sconosciuti, durante la quale l’unica cosa che puoi fare è carpire i brevi dettagli che ti passano davanti agli occhi, scartando la fuffa e tenendo il bello per approfondimenti successivi, oppure no.
    Il viaggio è fatto di bar e autogrill, bagni e caffè, luoghi e persone, pensieri.
    E come ogni viaggio che si rispetti, anche il mio sta volgendo al termine, ed è ora che sistemi le mie cose, tra poco ci siamo.

    Ciao e alla prox

  • New year’s eve (1 di X)

    In treno, per un Capodanno fuori casa, lontano da casa, ma mai così a casa come da qualche tempo a questa parte. Un Capodanno senza programmi particolari, tranquillo, con nessun altro obiettivo se non lo stare bene. E mi si scusi se è poco.
    Il treno è in orario, e già questa è un buon inizio, visto l’andazzo di questi giorni; c’è la nebbia, ma chissenefrega, che poi a me piace pure.
    Ora aspetto una chiamata e il controllore, poi attacco il player MP3 e mi rilasso un pò col PC o con Wired.

    Baci e alla prox

  • La prima neve

    Stanotte è arrivata la neve, perchè qui al mare non ci facciamo mancare niente.
    Oddio, chiamare neve quei pochi millimetri di roba biancastra richiede un notevole sforzo di fantasia, ma tant’è.
    La neve è bellissima, ed ha dei poteri straordinari.
    Riesce, anche in scarsa quantità, a creare un pantano incredibile, come se le strade non fossero più asfaltate, ma in terra battuta.
    Riesce, anche in scarsa quantità, a limitare la velocità di crociera media delle macchine, con una efficacia che nemmeno la pioggia ha. Persino gli Hummer vanno piano (già, al mare non ci facciamo mancare niente, li capisco più al nord, tipo a Milano, dove sono di gran lunga più comodi per parcheggiare sui marciapiedi).
    Poi, però, riesce, anche in scarsa quantità, a far spuntare il sorriso sul volto di una bimbetta di cinque anni buttata giù dal letto in malo modo perchè il babbo non ha sentito la sveglia, un’ora e venti minuti prima.

    “Babbo, certo che se ne veniva di più era più bello, vero?”
    “Anche no, amore mio, anche no”

    Alla prox

  • Natale2009

    Ogni tanto penso che diventiamo adulti solo per per poter giocare seriamente, perché c’è un gusto tutto particolare nel fare i cialtroni in giacca e cravatta. E’ per quello che ogni anno inizia un minuetto fatto di inviti, di solleciti, di sms, di autocandidature, di c’è-ancora-posto e quando-è-la-scadenza-per-la-consegna, di suppliche e lamentele e tutto il resto: per mettere insieme questa cosa che – forse – avrete il coraggio e la tempra di leggere fino in fondo. E’ un lavoraccio, che però vale la pena fare, vale la pena mettere in piedi un teatrino che coinvolge decine di trenta-quaranta-cinquantenni se in una sera di dicembre arriva una mail che dice “grazie per avermi fatto scrivere dopo dieci anni”. Il PslA è un regalo di regali, si fa il proprio e se ne ricevono molti altri in cambio: quando lo si riceve si sorride, si fa un inchino, gli si dà un’occhiata: a volte lo si legge, a volte no, a volte lo si ricicla e lo si fa avere al vicino noioso o all’amica con la quale si vuole fare bella figura. Il PslA ha una sola, vera, grande dote: è gratuito; e in tempi di crisi, buttala via.

    [Sir Squonk – And… we’re back! (PslA strikes again, 2009 version: “Hop Hop Hop”)]

    Quello che precede è l’introduzione del Sir.
    Questo è il PDF contenente tutti i PslA, da leggere tutto, ne vale la pena.
    Se è piaciuto, su blogsquonk.it ci sono i PslA degli anni passati.
    Quello che segue è il mio PslA.

    *****

    Questo è il mio Post sotto l’Albero, PslA per gli amici.
    Ma non faccio nè l’albero nè il presepe, non attacco nemmeno le lucine, quindi il Post lo metto da qualche altra parte, dove trovo spazio. Forse sul lettino, a fianco alla borsa dei panni sporchi.

    Il Natale, o più precisamente le festività natalizie, le sopporto poco, anzi, quasi per niente.
    La cosa più bella del Natale? Il 26.

    Non sono credente, quindi mi sfugge la parte religiosa dell’evento (se c’è).
    Vedo solo la parte commerciale della cosa, la frenesia, le corse ai regali, lo stress che pervade le strade; nonostante ciò, anche io faccio regali, ma cerco di mettere le mani avanti, e di essere già pronto con gli eventuali pacchetti all’inizio di dicembre. Molto meno stress, lo garantisco. Sia chiaro, non è che ce l’ho con i regali, ma se voglio farne uno a qualcuno non ho certo bisogno che mi si indichi una data precisa, ecco.

    Non è il discorso consumistico a mettermi di cattivo umore.
    E’ quella situazione per cui è-festa-tutti-sono-più-felici-tutti-devono-esserlo a farmi arrabbiare, perchè metti che per un qualsiasi motivo ti giri storto, la situazione di cui sopra amplifica il giramento, e va a finire che il vortice si placa verso la Befana (giusto in tempo per rientrare al lavoro). Rivendico il mio diritto ad essere triste o scoglionato. Punto.

    Natale == regali, l’associazione di idee è più che ovvia.

    Regali == lista dei desideri, quella che molto probabilmente mi farà avere mia figlia, beata innocenza.

    Che cosa desidero io? Varie cose, nessuna veramente indispensabile, probabilmente; se una cosa mi risulta indispensabile, perchè attendere il 25/12 per averla? Me la compro quando mi serve.

    Ah, pensandoci bene una cosa la desidero. Il giorno di Natale vorrei essere in un posto diverso da quello in cui molto probabilmente mi troverò, considerati gli anni precedenti. Ecco, quindi, per conseguenza, desidero raggiungere il posto in cui vorrei essere nella maniera più veloce possibile, nei limiti del codice stradale.

    Pensandoci bene, questa lista è un poco scarna.

    In effetti ne ho un’altra in testa, non scritta da me, ma da un certo Eddie Vedder. E quando la rileggo o la riascolto, penso “Cazzo, questa è una bella wishlist”. Ve la sotto pongo volentieri, potrebbe essere fonte d’ispirazione.

    Wishlist – Eddie Vedder, Pearl Jam

    I wish I was a neutron bomb, for once I could go off
    I wish I was a sacrifice but somehow still lived on
    I wish I was a sentimental ornament you hung on
    The Christmas tree, I wish I was the star that went on top
    I wish I was the evidence, I wish I was the grounds
    For 50 million hands upraised and open toward the sky
    I wish I was a sailor with someone who waited for me
    I wish I was as fortunate, as fortunate as me
    I wish I was a messenger and all the news was good
    I wish I was the full moon shining off a Camaro’s hood
    I wish I was an alien at home behind the sun
    I wish I was the souvenir you kept your house key on
    I wish I was the pedal brake that you depended on
    I wish I was the verb ‘to trust’ and never let you down
    I wish I was a radio song, the one that you turned up
    I wish…I wish…I wish…I wish…
    I guess it never stops

    Chiudo con l’augurio di riuscire a trascorerre questo periodo nel modo che più vi piace, ignorando saggiamente ciò che fa il resto del mondo. E già che ci sono, mi auguro che le cose nostre vadano nel verso giusto rapidamente, che, IMHO, ce lo meritiamo entrambi, eh, tesoro?

    Buon Santo Stefano a tutti

    Alla prox