Categoria: viaggi

  • Nella direzione opposta

    Qua il sole si muove nel senso opposto, rispetto al mare. Bello, certo, molto suggestivo, però non so, non mi convince del tutto. Nel senso che mi sembra sia troppo facile, che mi venga via a poco. Sarà perché, dalle mie parti, il rapporto stretto tra sole e mare te lo devi in qualche modo guadagnare, sia esso, il modo, un dritto o una levataccia. Preferisco l’alba.

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  • Altrove

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    A volte per stare bene non è necessario reinventarsi o fare chissà che. Le cose possono essere le stesse, è sufficiente farle da un’altra parte.

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  • Appunti di viaggio

    Per stringere nuove amicizie, o almeno per conoscere nuove persone, usare la 6enne come case study. Fa impressione.

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  • Mah

    Esterno giorno, un tavolino di un bar che da su una piazzetta alberata, un caffè doppio, un pacchetto di sigarette e un accendino rosso, sopra.
    “Ciao, aspetti qualcuno?”
    “No, perché?”
    “Vuoi compagnia?”
    “Sei gentile, ma no, grazie”
    “Sicuro sicuro?”
    “Si, davvero”
    “Ok. Uhm, sei etero?”
    “Si”
    “Ah, peccato. Ciao”
    “Ciao”

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  • Dove il rumore dell’acqua è più forte

    Il tavolino più esterno, quello sulla strada, tanto è pedonale. Si, va bene quello, anche se da quattro, lo occupo da solo. No, non aspetto nessuno. Una pinta di Weiss, grazie. No, niente limone, grazie. No, non mi da fastidio il rumore della chiusa, anzi, meglio così, copre tutto il resto.

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  • A prescindere dal posto, ti prende da dentro

    Ognuno ha la sua cosa, la mia è l’acqua. Anche se subito non la vedi, la percepisci, senti che c’è, lì, qualche parte. E quando la trovi, che sia il mare, un fiume, o un canale, quando la trovi non puoi far altro che appoggiarti qualche minuto al parapetto, e guardarla muoversi.

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  • Foto con il tappo davanti

    [Materiale che stavo per dimenticare nel quadernetto]

    0) Roma, una calda domenica di inizio luglio. Una giovane coppia, probabilmente dell’Est Europa, cammina portando due colombe pasquali ciascuno. Il cameriere di un bar, sulla soglia per fumare una sigaretta, li guarda con aria perplessa.

    1) Una macchina nera passa lentamente per strada. L’autoradio manda musica techno ad un volume piuttosto alto. Lui ha una canotta blu elettrico, i capelli tirati su con il gel, i tatuaggi in vista. Lei, con le gambe incrociate sul sedile, legge la Bibbia.

  • Roma

    Pantheon (amo questo posto)
    [Se non lo riconosci, è il Pantheon. Se non ci sei mai stato, vacci. E’ bellissimo, ci perdo le ore, lì dentro. Quì c’è tutto il photoset.]

    Passata (quasi) la saudade, un breve sunto dei cinque giorni cinque trascorsi nella capitale.

    E’ stato un viaggio voluto fortissimamenmte, per molti motivi. La necessità di staccare la spina, la voglia di vedere del bello e incontrare amici vecchi e nuovi. Non ultimo, il mio primo vero soggiorno fuori casa da solo per un numero sensibile di giorni.
    Cosa ho visto.
    Anzitutto, due luoghi più e più volte consigliati, considerata la mia passione per i cimiteri, e cioè il Cimitero Monumentale del Verano e il Cimitero Acattolico (nei link i photoset su Flickr). I luoghi più turistici di Roma li ho lasciati volontariamente da parte, se si esclude il Pantheon, perché 0) li avevo già visti durante un soggiorno precedente 1) ho voluto girare Roma con la testa all’insù, come dice bene Niki, cercando dettagli curiosi; e credo di esserci riuscito bene. Ho visitato – anzi, ho cercato di visitare, considerato che non tutte erano aperte – alcune chiese, consigliatemi dai preziosissimi contatti locali; poi ho visto il MAXXI, interessante sia all’esterno che all’interno. Ma girare a cazzo™ per i vari quartieri, Testaccio, Trastevere, San Lorenzo, è stato veramente impagabile: una full immersion nella vita locale di tutti i giorni, un turbinio di frasi colorite e creative. Veramente bello.
    I pensieri.
    Le riflessioni ci sono state, avoja, e ora di materiale sui cui lavorare ce ne è parecchio. Soprattutto sul fatto di trovarsi da solo. Le riflessioni che ho fatto più spesso sono queste due: 0) il bello dei viaggi da solo è che sei da solo 1) il brutto dei viaggi da solo è che sei da solo. Da soli, si ha una estrema flessibilità organizzativa, cosa che non accade nemmeno in un viaggio con persone con le quali si condividono interessi e modalità di viaggio. Da soli, se si va in un bagno pubblico e la porta non si chiude, bisogna arrangiarsi. Da soli, alla sera, quando si rientra alla base, si è di nuovo soli. E poi il ritorno. Nei viaggi passati, il ritorno è sempre stato parte integrante del viaggio, un po’ come la schiuma per la Guinness: una piccola parte di nostalgia, sormontata però da una parte più grande di felicità per il ritorno a casa (cerchi che si chiudono, cose così). Stavolta, con mio grossissimo stupore, no. Non avevo nessuna voglia di rientrare a casa, ma nessuna proprio, e l’ho fatto con il magone. Boh, filed under misteri della psiche.
    I ringraziamenti.
    I nomi li faccio tutti, diobono, ché queste persone mi hanno fatto stare davvero bene. Nicola, Federica, Eleonora, Silvia, Ermanno, Giorgia, Enza, Carlo, Claudio, Alessio, le due Laura, Luca, Antonella, Massimiliano, Emiliano e Giulia, spero di non aver dimenticato nessuno, nel caso quando ritorno menatemi. Un grosso grosso Grazie di cuore.

  • Cose da recuperare

    Nordkapp 2000
    [Mappa]

    Il prossimo anno. Forse in macchina, forse in treno, non so. Da solo, questa volta.