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  • La galleria

    Sono quasi arrivato a casa, l’ultima galleria, poi lo svincolo, poi ci sono. Il traffico è intenso, come non lo vedevo da parecchio qui, forse solo d’estate. Entro nella galleria trascinato dalla corrente di questo fiume di auto, con la vista che si occupa a tenere sotto controllo gli stop delle auto che mi precedono e con la testa sovrapensiero, ripensando ai giorni trascorsi fuori casa. E procedo così, con le lampade gialle della galleria che si susseguono abbastanza velocemente, lampade stop pensieri, lampade stop pensieri, lampade stop pensieri. Però madonna non passa più sto tunnel, penso, sarà la stanchezza ma mi pare più lungo del solito, vabbè proseguo, ché non posso fare diversamente. Lampade stop pensieri, lampade stop pensieri. No c’è qualcosa che non va, sta durando veramente troppo, non è che mi sono sbagliato e sto più indietro rispetto a dove pensavo? Non mi pareva, ho pure visto il cartello. Poi, in fondo, più avanti, vedo finalmente la fine delle lampade gialle, e il cartellone luminoso dice “Ci scusiamo per il disagio, siamo stati costretti ad allungare temporaneamente la galleria”. Finalmente sono fuori, rallento e imbocco lo svincolo.

    [Una doppia epifania stamattina, ché già è raro ricordare cosa sogno, e in più interpretarlo così facilmente, non succedeva da un pezzo]

  • Sui brani live

    Il ritorno dalla capitale mi permette sempre di passare una buona quantità di ore con la mia musica preferita. Ora l’autoradio trasmette  un vecchio album live dei Tesla, “Five Man Acoustical Jam”. A parte le canzoni, ho trovato un’altra cosa che mi mette i brividi: l’esplosione del pubblico quando riconosce la canzone che sul palco si accingono a suonare. È un crescendo, che parte dagli urletti di incoraggiamento quando Frank Hannon si mette a cazzeggiare con le corde della chitarra, ed esplode quando sotto al palco si accorgono che inizia a suonare, ad esempio, “Cowboy modern day”. È una cosa che ti fa venire voglia di esserci anche tu, sotto quel palco.

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  • I case study di Evernote

    Evernote, strumento che permette di archiviare note di vario tipo, mi piace sempre più. Uso la versione desktop nei miei PC, mentre nello smartphone ho installato l’app Android, e ho tutto, sincronizzato, a portata di mano. La segnalazione di oggi è relativa ai case study che vengono pubblicati nel blog di Evernote, esempi dai quali si possono prendere spunti per modi d’uso. C’è il vignettista, l’avvocato, la caporedattrice, e così via. Li trovo esempi interessanti.

  • L’unica magra consolazione

    Ci restano le canzoni. Ciao, Lucio.

  • [Android] Twitter VS Plume

    Questa mattina lo smartphone ha segnalato un aggiornamento disponibile per l’app Twitter, e dopo aver provveduto all’update mi sono soffermato un po’ sulla schermata del Market relativa all’applicazione, verso il fondo, dove viene mostrato cosa hanno guardato/installato gli altri utenti. E mi è saltato all’occhio Plume. Interfaccia utente niente male, anche se un po’ meno chiara rispetto al client ufficiale, e con una feature impagabile: la possibilità di zittire alcuni tipi di stream. In che modo? In tre modi: 0] in base a parole chiave (questo mi ricorda qualcosa) 1] selezionando l’utente da zittire (ma c’è già l’unfollow, no?) 2] in base al servizio/applicazione usata per twittare (selezionati subito Miso e Tumblr). Ecco, ora la mia timeline è decisamente più pulita! Di seguito, gli screenshot del client ufficiale, di Plume, della pagina nella quale selezionare cosa zittire.

    App originale Twitter[Client ufficiale]

    Plune[Plume]

    Plune - Muting feature[Cosa si può zittire]

  • Nexus S e Android 4.0.4, qualche dettaglio sui consumi

    Alla fine l’ho fatto, ho cambiato anche la ROM, ché la tentazione di provare la nuova versione dell’OS era fortissima. Il kernel default l’avevo già sostituito, facendo test con Glados e ICUP Speedy e scegliendo il primo per la presenza del Deep_Idle, feature che permetteva in qualche modo di contrastare il battery drain dell’OS versione 4.0.3.
    Gli screenshot che seguono rappresentano, in sequenza: il grafico di consumo della batteria, il dettaglio dello stesso, le informazioni sul telefono.

    battery / cfs / ondemand
    battery details / cfs / ondemand
    phone info

    I dati mostrati sono relativi al primo giorno di uso con la nuova ROM, mantenendo le impostazioni di default per quanto riguarda lo scheduler I/O (cfs) e il governor (ondemand). Ah, un tip: per cambiare queste impostazioni consiglio di usare l’app NSTools, un comodo frontend visuale.

    Quelli che seguono sono invece i consumi relativi al secondo giorno, impostando il governor su conservative.

    battery / cfs / conservative
    battery details / cfs / conservative

    L’aumento della durata della batteria è evidente, la curva di scarica scende molto più lentamente rispetto al test precedente. È chiaro che questi test sono assolutamente empirici, ché l’uso dello smartphone varia da giornata a giornata, però li trovo abbastanza attendibili.

    Ora che ho trovato una combinazione piuttosto buona tra scheduler I/O e governor posso flashare nuovamente il kernel Glados ché, oltre a supportare il Deep_Idle (e mi aspetto ulteriori miglioramenti circa la durata della batteria), incorpora il BLN (BackLight Notification), e cioè permette di utilizzare la retroilluminazione dei tasti a sfioramento presenti in fondo al dispositivo come indicatore di notifica (ancora non mi spiego l’assenza di un led di notifica dedicato, con questa scelta Samsung ha fatto una cazzata imho).

  • Corollando Murphy

    Tema.
    Se qualcosa può andare male, lo farà.

    Svolgimento.
    Se qualcosa può andar male, lo farà, ma lo farà in modo subdolo. Andrà male, ma non così tanto da rassegnarsi e dire «Bon, amen, è andata male», bensì lo farà in modo da lasciare spazio ad una possibile soluzione. Soluzione il cui impatto sulla cosa sarà di gran lunga peggiore del «Bon, amen, è andata male».

  • Sulla Nove Colli

    [Momento nostalgia] Sul blog di Turismo Emilia-Romagna c’è un bel post sulla Nove Colli, lo trovi qui.

  • [Note] Lost, S6x12

    I morti sono molto più affidabili dei vivi.

    Hugo “Hurley” Reyes

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