Prima però ti spiego come è fatta casa mia. Entri, davanti hai il soggiorno, rettangolare, i lati lunghi a destra e sinistra, di fronte il tavolo da pranzo, parallelo al lato corto. Nel lato sinistro, quando entri, c’è un mobiletto basso con sopra la tele poi il tavolo, nel lato destro c’è il divano, con la penisola all’altezza del tavolo. Oltre c’è la cucina, sulla sinistra, ad angolo, e sulla destra il frigo e la colonna forno. Oltre la cucina c’è un terrazzino piccolo, chiuso, e poi il fiume. E quando dico il fiume intendo dire che se il fiume si gonfia molto (non stasera, tranquilla mamma, finché si muovono le canne va tutto bene) (uhm) e io metto il braccio fuori dalla finestra, in basso, mi bagno la mano fino al polso. Ma torniamo alla cucina, ché io non so come cazzo l’hanno montata, ma sono abbastanza certo che al tubo che porta fuori, nel muro sul fiume, i gas provenienti dalla cappa manchi un pezzo. In soldoni, ho il controsoffitto “a contatto” con l’esterno. Allora prima ho finito di guardare “Lucy” (amici che scrivete di cinema, lo avete detto di che spettacolo di film è “Lucy”?), e mi sono ritrovato in silenzio, in casa. E mi è quasi preso un colpo, ché quella connessione interno/esterno mi fa sentire lo sciabordìo del fiume – stasera corre come un matto – come se stasera ce lo avessi qui, sotto al divano. Una figata.
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Insofferenza
Percepisco che un po’ di cose hanno ricominciato a girare per il verso giusto.
Quindi, insomma, diciamo che va bene.
Continuo a fare cose impulsivamente, senza pensarci troppo, e sento quel pizzicorino nello stomaco, il mio personale “chissà come andrà”. Ma non posso fare diversamente, incrocio le dita e va bene così.
Ho idee buone per almeno tre tatuaggi.
Ma c’è un fondo di insofferenza che rompe le uova nel paniere.
Mi sono rotto il cazzo di sistemare borse e scatole piene di roba vecchia.
Butterei via tutto e ricomprerei quello che in realtà mi sarebbe servito.
Mi sono rotto il cazzo di chi dice che a fine agosto l’estate è finita.
L’estate finisce quando lo decidi tu, non è una questione di date o di clima.I racconti della casa nuova – La prima notte dell’ottenne
Passare un’ora e mezzo seduto a terra, con la schiena appoggiata al muro, al buio, ascoltando i movimenti del suo sonno agitato dal caldo, le parole smozzicate che sbucano fuori dai suoi sogni: CHECK.
Ora spero tocchi a me, ma ho dei seri dubbi.I racconti della casa nuova – Prodromi di trasferimento
Bon, direi che quasi ci siamo.
La camera grande è a posto, e ora l’armadio e la cassettiera interna hanno le maniglie.
La camera piccola, c’è da togliere il cellophane dal materasso e poi si può fare il letto.
La lavatrice è funzionante senza perdite.
La cucina idem.
Il frigo fa il suo lavoro, per ora solo con qualche bottiglia d’acqua dentro.
Il bagno di sopra è senza specchio, conto di montarlo domani sera.
C’è la TV, ma manca l’antenna sul tetto, mannaggiaacristo.
I faretti sono collegati e funzionanti, ma da fissare al controsoffitto.
Gli altri punti-luce mancano.
Il bagno di sotto ha solo il water, il lavandino non l’ho ancora comprato.
Ho sistemato della roba per la cucina, ne ho scartata altra, ché proprio no, non la voglio.
Le scatole con i panni invernali e i sacchi con le trapunte e il piumone stanno già al loro posto, nel contenitore sotto al letto.
Avanzano un paio di scatole, quella delle aspettative e quella con i sogni messi in pausa.
Non so dove sistemarle, le sposto ma me le ritrovo sempre in mezzo ai piedi.I racconti della casa nuova – Un breve sopralluogo
L’acqua nel fiume non è molta, e scorre lenta verso la foce. In direzione opposta, una serie di onde svela un pesce che risale la corrente. Le canne frusciano come un mormorio, scosse appena dalla leggera brezza. Un turbinio di rondini percorre la superficie dell’acqua a caccia di insetti, e le più avventate – o distratte – mi volano vicino, affacciato al piccolo balcone.
Sento di volerle già bene, alla casa nuova.Back home (summer edition)
Anche questa estate si ripete il rito del trasferimento temporaneo “a casa”, ora che la famiglia allargata è in ferie. Quest’anno la cosa è un po’ più radicale, c’è da fare cat-sitting, e niente, le prossime due settimane le passo qui. La casa mi accoglie con una calda penombra. Alcune cose le ritrovo al loro posto, cioè, nel senso, dove erano una volta, altre invece no, sparite o spostate. C’è silenzio. Ce n’è tanto, rispetto all’altra casa. È quel tipo di silenzio, non so se ce l’hai presente, tipico degli appartamenti vuoti perché gli occupanti rientrano un po’ più tardi dal lavoro. Faccio due coccole alle gatte, poi dedico la mia attenzione ai libri, ai miei libri. Sono praticamente tutti al loro posto: King troneggia sulla mensola sopra al divano, Barker e Crichton riempiono gli scaffali di fianco alla vetrinetta, Stephenson e gli altri duecento circa sono come intonaco colorato nel corridoio. Mi mancano, i miei libri. A casa purtroppo non c’è posto, il coso di legno preso all’Ikea è già pieno, come fosse un muro di Tetris. Mi mancano, i miei libri.
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Più semplice, non più facile
Ha deciso che è il momento giusto per una sigaretta, e si dirige verso il balcone. Lascia il soggiorno vuoto, il silenzio del film in pausa interrotto ogni tanto dal condizionatore che tenta a fatica di raggiungere la temperatura impostata. La casa è buia, e lui si trova a volerla mantenere tale. Si muove piano nel buio, evitando gli ostacoli che conosce a memoria, ruota il meccanismo di chiusura delle imposte inclinandolo per evitare il cigolio del metallo contro il metallo, poi è fuori. L’aria è calda e umida, immobile, ma sa che c’è un angolo, in fondo, verso destra, che probabilmente è ventilato. E infatti. Si appoggia al parapetto, la mano a coppa per aiutare l’accendino, e si guarda in giro, pensando. Pensando alle altre volte che si è trovato in quella situazione, con altri pesi sullo stomaco, con altri pensieri in testa. “Allora, cosa dici, torni qui?”, gli ha chiesto. “Si, dai, credo sia la cosa più semplice, per tutti”, ha risposto. Più semplice, si, ma quanto facile?
AAA vendesi casa
Bon, ci siamo, abbiamo deciso di vendere la casa comune per proseguire nell’ottica di rifarci una nuova vita. La vendita è indispensabile per poter disporre di liquidità ed aprire gli eventuali/necessari nuovi mutui ed eventualmente accedere anche a dei prestiti personali. La casa si trova nella località Capanni, comune di Savignano sul Rubicone, in prossimità dell’Iper Rubicone, a circa due km dal mare, in zona tranquilla anche nel periodo estivo. Arredata, di recente costruzione, su due piani, 90mq, garage abitabile e posto auto assegnato, due bagni, soggiorno con angolo cottura, camera singola, camera matrimoniale, due balconi, caldaia autonoma, impianti di allarme e aspirazione centralizzata, ingresso indipendente con un fazzoletto di giardino, niente amministratore di condominio. Qui e qui un paio di annunci. Condividete, grazie.