Tag: viaggi

  • Passports control

    La reception è una isola di luce nel buio. Il camping si trova in alto rispetto al paese, ad un paio di chilometri, defilato, e l’illuminazione cittadina non disturba. I lampioni sono pochi, bassi, e creano aloni circoscritti; le finestre dei camper, chiuse per proteggere gli occupanti da sguardi indiscreti, non fanno filtrare quasi nulla. I tavolini di fronte al bar, essenziale, in linea con il resto del camping, sono pochi e tutti occupati. Una coppia di ragazzi olandesi consulta una carta della Liguria, due famiglie inglesi osservano i figli giocare al calciobalilla, un ragazzo scrive fitto fitto su un quaderno, sorseggiando una birra. C’è silenzio, c’è quiete. E c’è una strana sensazione in sottofondo: non fosse per i cartelli in italiano, questa reception potrebbe trovarsi in qualunque altra parte d’Europa.

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  • Nella direzione opposta

    Qua il sole si muove nel senso opposto, rispetto al mare. Bello, certo, molto suggestivo, però non so, non mi convince del tutto. Nel senso che mi sembra sia troppo facile, che mi venga via a poco. Sarà perché, dalle mie parti, il rapporto stretto tra sole e mare te lo devi in qualche modo guadagnare, sia esso, il modo, un dritto o una levataccia. Preferisco l’alba.

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  • Altrove

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    A volte per stare bene non è necessario reinventarsi o fare chissà che. Le cose possono essere le stesse, è sufficiente farle da un’altra parte.

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  • La camera

    La camera

    Seguiamo la ragazza della reception su per una scala a chiocciola, comoda, non sacrificata come le scale a chiocciola che si vedono in giro. Poi lei (è dell’Est, di sicuro, forse russa, carina. L’ho notato, ma in effetti non è pertinente) gira a destra, e di fronte a due porte messe ad angolo prende quella a destra. La apre, e dentro c’è il marrone. Mi colpisce, questa macchia indistinta che sembra permeare tutta la stanza; poi gli occhi si abituano alla poca luce, poi la ragazza la accende, la luce, e così dal marrone emergono il letto e le pareti, entrambi bianchi. E alla luce vedo che il marrone non è tutto uguale: scuro, scurissimo, quello del parquet, delle travi e della scala ripida che porta al soppalco, più chiaro quello dell’armadio e del resto dei mobili. Il soppalco spacca. Corre lungo la V rovesciata del tetto, è basso ma senza soffocare, e ospita un letto matrimoniale e due letti singoli, anch’essi coperti da un copriletto bianchissimo. La sensazione che mi trasmette la stanza è strana, un misto tra il calore delle case di legno in montagna e la mobilità della cabina di una barca. Curioso. Poi, di notte, la stanza scricchiola. Son lì, steso nel buio, con la 6enne che ha già il sonno pesante (e un ginocchio piantato nel mio fianco), in attesa che arrivi Morfeo a fare il suo lavoro, e ascolto i rumori. E’ un ascolto disincantato, non mi metto a fare viaggi mentali su topi o presenze varie ed eventuali, ascolto e basta, e dio come è bello.

  • Appunti di viaggio

    Per stringere nuove amicizie, o almeno per conoscere nuove persone, usare la 6enne come case study. Fa impressione.

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  • Mah

    Esterno giorno, un tavolino di un bar che da su una piazzetta alberata, un caffè doppio, un pacchetto di sigarette e un accendino rosso, sopra.
    “Ciao, aspetti qualcuno?”
    “No, perché?”
    “Vuoi compagnia?”
    “Sei gentile, ma no, grazie”
    “Sicuro sicuro?”
    “Si, davvero”
    “Ok. Uhm, sei etero?”
    “Si”
    “Ah, peccato. Ciao”
    “Ciao”

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  • Dove il rumore dell’acqua è più forte

    Il tavolino più esterno, quello sulla strada, tanto è pedonale. Si, va bene quello, anche se da quattro, lo occupo da solo. No, non aspetto nessuno. Una pinta di Weiss, grazie. No, niente limone, grazie. No, non mi da fastidio il rumore della chiusa, anzi, meglio così, copre tutto il resto.

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  • A prescindere dal posto, ti prende da dentro

    Ognuno ha la sua cosa, la mia è l’acqua. Anche se subito non la vedi, la percepisci, senti che c’è, lì, qualche parte. E quando la trovi, che sia il mare, un fiume, o un canale, quando la trovi non puoi far altro che appoggiarti qualche minuto al parapetto, e guardarla muoversi.

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  • Foto con il tappo davanti

    [Materiale che stavo per dimenticare nel quadernetto]

    0) Roma, una calda domenica di inizio luglio. Una giovane coppia, probabilmente dell’Est Europa, cammina portando due colombe pasquali ciascuno. Il cameriere di un bar, sulla soglia per fumare una sigaretta, li guarda con aria perplessa.

    1) Una macchina nera passa lentamente per strada. L’autoradio manda musica techno ad un volume piuttosto alto. Lui ha una canotta blu elettrico, i capelli tirati su con il gel, i tatuaggi in vista. Lei, con le gambe incrociate sul sedile, legge la Bibbia.